giovedì 5 ottobre 2017

LUI

è sbagliato anzi sbagliatissimo, lo sa bene, ne è consapevole. Sa benissimo che se dovessero scoprire tutto sarebbe la fine di tante tranquillità, sa che soffrirebbero delle persone care, sa che non ci sarebbe rimedio, sa che resterebbe sola e odiata dai più, sa che farebbe del male, sa tante cose e sa tutto ma non riesce a farne a meno. Lei sa anche che lui non è la persona giusta, che l'abbandonerebbe se il tutto diventasse ingestibile, sa che è molto concentrato su se stesso, se ne accorge perché anche adesso, dove non è richiesto un grosso impegno, lui se può o se non è lei a cercarlo, lui non c'è.
Lui probabilmente sa di non poterla avere e si accontenta o forse gli sta bene così.
Lei è completante persa, abbandonata a lui, le basta un suo gesto, un messaggio carino per ricadere completamente paralizzata nel suo pensiero.
Quando sta con lui dimentica tutto, dimentica il mondo là fuori, dimentica i suoi doveri e soprattutto dimentica la sua vita e le persone che la abitano.
Si sente solo lì ed è lì che vorrebbe rimanere. Quando è con lui non esiste altro, è una specie di limbo fatto di muri altissimi dove ci sono solo loro due.
Tutte le sensazioni sono amplificate, tutti i respiri entrano nell'anima, ogni bacio sono mille baci ed ogni singola carezza sono mille tuffi al cuore.
Potrebbero essere l'immagine dell'incontro di anime. Ridono insieme, Parlano tantissimo, fanno facce buffe e stanno bene.
Sono fatti l'uno per l'altro. E ne sono consapevoli.
Tuttavia non possono stare insieme, non ci sarebbe logica e probabilmente tutto finirebbe.
Lui non la vorrebbe per sempre.
Lei sa tutto, ma non riesce a farne a meno, non riesce a mettere fine a tutto.
Come si fa a mettere fine alla felicità, all'amore, alla gioia che nasce da dentro e si manifesta in un abbraccio intenso e che vorrebbe finisse mai.
Lei non si staccherebbe mai da quell'abbraccio.
Lui?

martedì 27 giugno 2017

A PROPOSITO DI AMICIZIA

Essere delusi da un amico è forse ancora più drammatico dall'essere delusi da un amore. 
Nell'amore ti metti in gioco, cerchi di dare te stessa, di farti scoprire pian piano, di far capire chi sei tenendo però un profilo che possa dare un'immagine di te accattivante o perlomeno di persona su cui vale la pena investire.
Nell'amicizia invece è diverso. Se hai un vero amico non ti preoccupi di dare sempre un'immagine di te perfetta, sempre sul pezzo e costruita.
Ti lasci andare, sei te stesso, finalmente abbatti le barriere del vivere sociale. Puoi essere finalmente nudo e mostrare i tuoi punti di forza, le tue capacità ma soprattutto le tue debolezze, perché sai che troverai comprensione.
E questo un vero amico lo sa, se ti conosce lo sa come sei, sa cosa puoi dare e cosa può ricevere, si fida, si concede e ti accoglie, perché sa che verrà trattato nello stesso modo.
Certo nell'amicizia si può cadere, ci possono essere degli errori anche gravi che possono minare la stabilità del rapporto, possono farlo vacillare e a volte anche metterlo in dubbio. Tuttavia se è vera amicizia si va oltre, si cerca di capire e affrontare insieme i problemi, le cadute, lo smarrimento della retta via.
Sarebbe tutto bellissimo se non ci fossero mai folate di vento improvvise, tempeste violente che ti costringono a correre ai ripari per limitare il danno.
Ecco, correre ai ripari per limitare il danno è proprio quello che intendo quando parlo di amicizia, quella vera.
Le delusioni nascono da eccessi di aspettative o dall'aver frainteso il tipo di amicizia che si era instaurata. 
E' facile quando l'amico è perfetto essergli amico, farsi quattro risate insieme, confidarsi e fidarsi. D'altronde siamo animali sociali e abbiamo bisogno degli altri.
Il bello viene quando ti si presenta l'occasione (o la sfiga) di avere un amico che sbaglia, che commette una cosa per te inaccettabile, che ti fa in un attimo assumere la posizione del "hai sbagliato, ho ragione io".
Lì, secondo me, si vede la vera amicizia, quando sei nel ruolo del forte, devi decidere se infierire o accettare che l'altro può essere stato debole, inaffidabile e per un momento non quello che pensavi che fosse.
Devi capire se tutto quello che avete condiviso e provato l'uno per l'altro vale la pena di essere difeso, se ci tieni veramente.
Forse ho una concezione di amicizia utopistica, io verso un vero amico non mostrerei mai un accanimento per mettere in evidenza l'errore, né tanto meno lo umilierei. Se l'errore è stato compreso non trovo giustificazione all'insistenza, al sottolineare il mancato rispetto di quello che penso possa essere successo. Una persona può trovarsi in un momento di smarrimento, di confusione e sbagliare.
Un amico ti fa capire quando stai sbagliando, ha abbastanza confidenza da dirti che stai commettendo una cazzata, sono capaci di farci vedere sia ciò che facciamo bene che ciò che facciamo male e in entrambi i casi, ci danno il sostegno di cui si ha bisogno.
Esserci per l'altro non significa solo offrire una spalla su cui piangere (quello è facile) ma significa riempire i vuoti, significa qualcuno che fa qualcosa per te perchè è felice di farlo, non perchè alla prima occasione te lo deve rinfacciare o sottolineare. Significa essere incluso e mai escluso. 

martedì 31 gennaio 2017

SCEGLIERE

Cosa determina dove scegliamo di vivere, cosa fa sì che proprio quel luogo diventa per noi "casa". Quando sento qualcuno dire "io da qui non mi muoverei mai" un pò lo invidio anche se spesso credo sia più una autoconvinzione che una verità. Impossibile per me pensare che una persona non voglia fare altro, vedere alto, vivere altro.
Personalmente non ho un posto che mi faccia sentire finalmente a casa, a Napoli sono felice di tornare perché è la mia terra, ci sono tutti i miei affetti più cari. Tuttavia non ho un luogo dal quale non mi allontanerei. Se mi dicessero domani stesso parti per la Nuova Zelanda probabilmente andrei, anzi ne sarei anche felice. A fermarmi forse è mia figlia, il lavoro, la casa in quanto immobile. Io mollerei tutto e andrei, ne avrei proprio voglia e mi prenderei volentieri anche le conseguenze. Il tutto per sentirmi viva; ho sempre questa ansia di sopravvivere e di finire la mia vita insoddisfatta. E' solo che secondo me ci dimentichiamo che siamo essere finiti, con una scadenza. Ci è stato dato un tempo e noi come lo stiamo usando? come avremmo voluto veramente usarlo? Abbiamo fatto tutto per essere non dico felici ma almeno soddisfatti? Ho paura a pormi queste domande perché so benissimo la risposa!
Tutti sappiamo che ci sono posti bellissimi da vedere, dove la qualità della vita (che è una, non ce lo dimentichiamo) è migliore, ma allora perchè rimaniamo qui? Cosa ci spinge a non provare a fare altro? La sicurezza? La stabilità? Ma quante cose importanti e che potrebbero renderci felici immoliamo sull'altare della tranquillità e della confort zone?
Perchè non posso essere una persona che si accontenta, quelle che capisci subito, quelle che sono serene e tranquille sempre.