venerdì 30 novembre 2012

Prezzi, prezzi, prezzi

ma quanto costano le cose qui? perchè è tutto così caro? che materie prime e anche seconde usano? Cosa fa la differenza?
Cari ragazzi, la mia non è ironia, io proprio non ci arrivo, non me lo spiego.
ok, siamo in una grande città, ok qui c'è più lavoro, ok è il prezzo di una metropoli (che poi tutta sta metropoli io non la vedo, se non fosse per Formigoni che un tweet sì e uno pure la chiama così...oh ma st'uomo non c'ha da lavorare? eppure è presidente della regione che ospita sta metropoli), tutto ok, tutto comprensibile. Ma qui parliamo del 60/70 % in più di rincaro rispetto a i prezzi di altre zone d'Italia. Io non vi sto parlando di un caffè in Galleria o di una cena in Brera, per carità, non voglio un altro mutuo, vi parlo di paesi di provincia, che hanno capito come gira il fumo (modo di dire) e se ne approfittano.
Hanno il coraggio di farti pagare una cioccolata calda ben 5 euro e se hai la voglia di panna  + 50 cent please. Ma che cioccolata è? rifinita in oro? eddai!!! L'altra sera sono andata a mangiare la pizza (lo so napoletani, lo so, vi starete mettendo le mani nei capelli a leggere questa cosa, ma "Giggin o'zuzzus" di Vico Equense mi pordonerà se l'ho fatto, ne avevo veramente voglia) in una pizzeria a Cernusco sul Naviglio, una ridente e laboriosa cittadina alle porte di Milano*.
Eravamo in due, ci siamo seduti e abbiamo guardato il menù. A parte che il tentativo (misero) di copiare una tipica pizza napoletana che è quella con i friarielli scrivendo: pizza cime di rapa con salsiccia, ci ha fatto quasi strozzare con la saliva dalle risate, ma i prezzi? no dico i prezzi? la suddetta ben 13.000 euro; a piatto eh, cioè ci mangi in uno. Per farla breve abbiamo pagato 50 euro due pizze e due birre. Adesso, io non voglio esagerare, nè fare la tirchia avara, ma stiamo scherzando? A napoli e provincia con 50 euro ci sfami una famiglia di tre figli con due genitori e qualche nonno che abita al piano di sopra.
Questa è truffa, c'è un guadagno del 300% su una pizza ecchecavolo! per non parlare degli affitti, la mia collega vuole affittare un appartamento e per un buco di 50mq le hanno chiesto mille euro al mese. Una stanza di 50 mq (perchè una stanza è) non dovrebbe neanche avere la vivibilità e tu mi chiedi 1000 euro al mese. Siete pazzi, fuori di testa!!!
Se qualcuno ha una spoiegazione a tutto questo, plausibile e logica, l'accetto volentieri.

*Cernuschesi, cioè abitanti di cernusco sul Naviglio, (non so se si chiamano così.... o forse navigliesi) non me ne vogliate, la cittadina è pure carina eh, ma quanto ve la tirate, cioè perchè da voi le case costano quanto a Milano, perchè camminate sempre con la puzza sotto al naso? che avete sempre da squadrare chi passa? che avete in più di Pioltello che è a giusto 2 km da voi? forse la putrida martesana (amici del centrosud: è un naviglio, niente de che) che vi attraversa e vi riempie di zanzare? mah, state calmi suvvia!

martedì 27 novembre 2012

IL BLU




Ma quante cose si danno per scontato quando le si ha, quando ce l’hai sempre sotto gli occhi, quando fanno da cornice ai tuoi giorni, alle tue ore, alle tue uscite, alle tue chiacchierate, alle tue risa, alle tue lacrime. Stanno lì, tu li vedi ma non li guardi, non li osservi, come se facessero parte di un tutt’uno unico e che mai potrà sparire. Non stai lì a pensare: e se non ci fosse più? Se dovesse sparire? Se dovesse allontanarsi o se Io dovessi allontanarmi?

Una canzone di Pino Daniele dice: sono nato a Napoli, perciò mi piace il Mare. Io aggiungerei, perciò mi manca il mare.

Già mi manca, mi manca quell’azzurro sfondo, quell’orizzonte tagliato dal blu, quella distesa che vista da lontano sembra quasi un manto di stoffa posato su chissà quali tesori.

Come non ricordare il suono delle onde di sottofondo a tanti baci e carezze, illuminati solo dalla luna.

Mi bastava guardarlo per rilassarmi, la mia mente si metteva in stand by sulle cose superflue e facevo il punto della situazione, riflettevo sulla mia vita e su quello che stavo facendo, come se la mia coscienza non aspettasse altro che il mare per parlarmi; e io ascoltavo! Ascoltavo tutto, me stessa e quello che avevo intorno. Mi manca, a volte qui, guardo fuori dalla finestra, verso l’orizzonte e cerco di trovare la stessa concentrazione, la stessa distensione, la stessa estasi, ma non ci riesco, proprio per niente.

giovedì 25 ottobre 2012

NO MONEY NO PARTY

strana usanza sì, proprio una strana usanza. O furba usanza? NO, non sto delirando, non sto farneticando, sto riflettendo (mi capita che devo fare?)!
Riflessione: da quando vivo a Milano, ossia ben 8 anni, sono stata invitata a disparate feste, soprattutto di compleanno, diciamo circa 20 feste di compleanno. L'età del festeggiato o della festeggiata è variata nel tempo, sono partita con le feste dei 30 anni per finire, attualmente, a quelle dei 40 anni (maligni, io sto ancora nel mezzo, anzi no sono più vicina ancora ai 30 che ai 40 - tiè)!
Bene, le location sono state varie, sono stata nelle case dei festeggiati, sono stata nei bar, nei ristoranti, nei locali, nei nightclub, nei privè, in pizzeria, nel pub, persino una volta sono stata ad una festa in un cinema multisala. Anche gli orari sono stati diversi, a pranzo, a cena, prima di cena, dopo cena, per un ape (aperitivo in gergo), notte e così via.
La mia mamma (saggia donna) mi ha insegnato, che è buon costume portare un dono, un presente, un cadeau alla persona che festeggia e che è importante vestirsi bene e essere gentili e socievoli ad una festa. E su questo sono d'accordissimo e mi sembra anche quasi logico. Tuttavia, quello che non sapevo prima di vivere a Milano e che mia mamma si è dimenticata "forse" di dirmi, è che poteva capitare che alle feste di compleanno potevi o dovevi essere tu a pagare il conto. Non di tutti eh, ci mancherebbe, la tua parte, la tua cena, il tuo cocktail, il tuo biglietto per il cinema. Questo l'ho appreso una volta qui, in territorio lombardo, facendo una delle mie solite figure di merda (poi mi chiedo perchè non sono ancora ben inserita, e ti credo non me ne risparmio una). La mia prima festa di compleanno "a pagamento", l'ho ribattezzata così, è stata un pò di tempo fa. Una ragazza che conoscevo mi manda un messaggio del tipo: ciao, sei invitata alla mia festa di compleanno, il giorno pinco pallo, nel ristorante/discoteca tizio e sempronio, per una cena, alle ore 20.30.
Allora, a casa mia un invito così significa che mi stai invitando ad un compleanno, il tuo in questo specifico caso, in un ristorante, per ora di cena. ok? siete d'accordo? No ditemelo se sbaglio, magari so tonta io! Bene, sono stata tre giorni a scegliere cosa mettere, cambiando più volte idea e provando diverse acconciature (avevo l'ansia da prestazione, era la stessa ragazza che sentendomi lamentare del mio kilo in più, invece che dirmi, come avrebbero fatto le mie care amiche di giù, "ma vaaaa che stai benissimo"; mi aveva risposto con le testuali parole: mmmm sì, ti ci vorrebbero un pò di addominali e qualche esercizio per le gambe! Peccato che non possa usare le faccine nel blog, altrimenti la mia sarebbe quella rosso fuoco di rabbia. Ma baffanculo va!!!).
Vado alla festa tutta bella agghindata, con giacca e pantaloni di vigogna e non vado a sbagliare giorno....ah no, questa è la pubblicità del mon cherì ahahah (uh se sono scema); dicevo vado alla festa tutta apparecchiata, mi siedo, socializzo, sorrido come mi aveva insegnato mamma, consegno il regalo e bevo del buon vino e verso la fine arriva lo shock!!! No, non quello anafilattico, non si tratta di allergia al cibo, ma shock dovuto alla sorpresa di vedere che la festeggiata, sì proprio lei, ci chiedeva 50 euro a testa per la cena, aggiungendo: due bottiglie le pago io! In che senso? Qui c'è il vuoto a rendere? No, invece il senso era che lei offriva le due bocce (le chiamano anche così, so strani) di vino e noi pagavamo ognuno la sua parte. Ma io mi chiedo, ma perchè? cioè io devo venire al tuo compleanno, farti il regalo, socializzare, sorridere, dire che sei bellissima anche se fai cagare e non mi offri nemmeno la cena? Ma non esiste, ma chi ve l'ha trasmessa questa usanza? e meno male che il locale prendeva il bancomat!
Eppure su 20 compleanni 18 sono stati così e io ci vado pure! Per me è un'usanza rozza e approfittatrice e venerdì me ne aspetta un'altra. Io, il compleanno così non lo festeggerò mai! A costo di restare fuori dai giochi, ma se vi invito siete miei ospiti in tutto e per tutto, altrochè.

sabato 13 ottobre 2012

IMMAGINI

hanno la facoltà di fermare il tempo, immortalare l'attimo, cogliere la sfumatura, fermare i colori, le esperessioni, i pensieri. Quando guardo una foto, sia che sia io la protaganista sia che sia io a scattarla, ricordo anche a cosa pensavo in quel momento, l'emozione, lo stato d'animo e tutto mi riporta a quell'istante, a quella giornata, a quel vissuto.
Vi lascio un pò di foto scattate nei posti meravigliosi di questa estate, così magari guardandole, vi sentirete meno avvolti dal grigio di questi giorni!

Conca dei Marini, un bellissimo giorno di sole siamo approdati in questa meravigliosa caletta, si ci tuffava direttamente dallo scoglio, zero spiaggia.

Meta di Sorrento e in lontananza Sorrento, dove sono nata :)
O' Vesuvio
 
Vicoli di Sorrento, negozio artigianale di calzature

Colori

e per finire un bel romantico tramonto
 
A presto amici, spero vi piacciano

venerdì 28 settembre 2012

VACANZE NAPOLETANE


Ciao, eccomi di ritorno. Ovviamente non torno ora dalle vacanze. Eh magari fosse così.

Purtroppo sono tornata nella grande Milano il 27 agosto 2012. Le mie scarpe e la mia valigia hanno toccato il suolo milanese, anzi quello di porta Garibaldi alle ore 12.25 a.m. (portate pazienza, so fissata con ste cagate delle ore, minuti, linee che si incrociano ecc.).

A causa di spese improvvise, maledetto dentista, quest'anno le vacanze sono andate a scrocco. Si fa per dire, mi sono costate comunque un botto; perché, poi che fai? non esci? non vai fuori a mangiare? non vai in qualche spiaggia più carina? non compri biliardi di cose? e allora diciamo che sarei potuta andare tranquillamente alle Maldive una 15ina di giorni.

Tuttavia, dicevo, le vacanze quest'anno le ho passate giù dai miei, in provincia di Napoli, in una ridente cittadina alle pendici dei monti lattari, che mi ha visto crescere e che dista più o meno 3/4 km dal mare.

Dovete sapere, care persone del centro e del nord, che le vacanze napoletane, soprattutto a casa mia,  sono diverse da tutte le altre vacanze del mondo. Sono vacanze sicuramente belle, perchè io amo quei posti, in ogni angolo, in ogni stradina, in ogni piazzetta e anche in qualche cabina, conservo un sacco di ricordi.

Tuttavia sono diverse appunto, ad esempio la storia di restare tutto il giorno in spiaggia con solo un tramezzino o club sandwich (per essere figa e per adattarmi ai tempi) non esiste proprio. Preciso: puoi liberamente scegliere di rimanere tutto il giorno in spiaggia, non è che in spiaggia ti trovi il cartello con la foto del tramezzino/panino sbarrato e con sotto la scritta dalle 9.00 alle 19.00, però devi mettere in conto che quando torni a casa, indipendentemente che  siano le 16.00 o le 22.00, tu, la pasta sì insomma il primo te lo devi mangiare, non esiste rifiutarsi con la scusa sono stanca mi faccio una doccia mi riposo e poi ceno. Non a casa mia e non con mia mamma.

Innanzitutto il panino al bar della spiaggia assolutamente no, sia perché costano troppo secondo mia madre che per fortuna non ha mai visto i prezzi di un panino a Milano, sia perché trooooppo piccoli e con poche cose.

Un giorno, siamo tornati alle 17.00 dal mare, ero stanca dal sole, sazia dal panino ripieno di prosciutto crudo, mozzarella e pomodoro, più gelato delle 15.00, più coca-cola e nelle scale di casa sentivo l’odore del soffritto e mia madre che mi chiedeva: quanta pasta voleteeee.

Come se andare al mare con SOLO il panino ti facesse cadere subito nella categoria “gente affamata e deperita” nonché bisognosa di cibo immediato e fumante.  Avrei voluto dire: mamma, guarda che sono andata semplicemente al mare, a 5 km da qui, se ti affacci lo vedi, non vengo da un mese di miniera o peggio ancora di deserto africano, suvvia!!! Ma niente, lei era tutta contenta quando io, ancora con i capelli pieni di sale, la pelle lucida per l’abbronzante, le infradito con attaccate le cozze, mi sedevo a tavola e mi “sfamavo”.

Le mamme di Napoli, quando cucinano per i figli, insieme al pomodoro, alla pasta, all’olio, al formaggio e a tutti gli ingredienti, dentro ci mettono tutto l’amore che hanno nel cuore, tutto quello che a volte non riescono ad esprimere a voce o con gesti affettuosi, per loro cucinare per un figlio, soprattutto se quest’ultimo è lontano o non mangia sempre a casa o è sposato, vuol dire amarlo e prendersi cura di lui, come nessun altro al mondo (per i figli maschi: soprattutto le nuore non sono proprio contemplate, dopotutto perché “quelle” sanno cucinare? povero figlio mio, deperito e mal nutrito).

Quando invece si decideva di andare al mare tipo la mattina presto, intorno alle 8.00, che solo al pensiero mi sento male, cioè ho avuto il coraggio di alzarmi alle 8di mattina per andare al mare, in vacanza! Ma vi rendete conto???? Allora lì, si partiva dalla sera prima con mia sorella a decidere cosa portare e cosa invece mangiare al ritorno dal mare. Che ci vuoi fare, è così il mare è un posto che mette a dura prova l’alimentazione e le decisioni su di essa.

Posso dire sicuramente, che queste vacanze mi hanno dato tanto, soprattutto in termini di kili, una media di + 2 kili a fine mese, e pensare che per fare la tosta (e anche un po’ quella che viene dalla città) avevo messo in valigia le scarpe da corsa ahahaha non le ho mai neanche tolte dalla busta dove erano state incartate. Figurati! Vi immaginate cosa avrei trovato a ritorno dalla corsa sulla tavola di mia madre? Come minimo una porchetta intera con in bocca la parmigiana di melanzane e sotto i piedi di porco braciole imbottite.

La cosa bella, oltre al cibo, è stato stare con la mia famiglia, ma quanto mi manca?
Se riesco a capire come si fa, vi metto qualche foto delle vacanze napoletane e dei bellissimi posti visitati :D

martedì 31 luglio 2012

LA METROPOLITANA

sono andata avanti a chiamarla "Vesuviana" almeno i primi due mesi qui a Milano! La prima indicazione che ho chiesto, nonostante ci fosse una M bianca su uno sfondo rosso grande come un quadro in piazza Argentina, è stata: scusi mi sa dire dove si prende la Vesuviana? (ehm pensavo che quella M stesse per Mc Donald's). Il vecchietto mi ha guardata per un attimo e poi se n'è andato, avrà pensato che fossi pazza, e che la Vesuviana la dovevo prendere in testa, come dargli torto. Oh non c'era verso di chiamarla diversamente, non ce la facevo proprio!!! Poi mi sono abituata a sentirla nominare dalle 6 alle 20 volte al giorno e ho imparato :)
La metropolitana è il mezzo di locomozione, nonchè mezzo di trasporto pubblico preferito dai milanesi e non. Una casa vicino alla suddetta può salire di prezzo in maniera esponenziale, anzi quando sentono che abito vicino alla metro (notare l'abbreviazione tipica del posto, ahhhhh come sono integrata)  impazziscono di invidia e parte il coro: ma dai? che fortunaaaaaa!
In effetti è una fortuna, se si pensa ai pendolari di quei paesi senza metro, che fanno una coda anche di 1 ora la mattina, sulla tangenziale, per arrivare a lavoro (puntuali ci mancherebbe).
La metropolitana di Milano è il ricettacolo di tutte le persone ansiose, agitate, apparentemente sempre in ritardo. Non è possibile, corrono tutti, e tutti a testa bassa e con l'espressione del volto più triste del mondo, come se tutto l'universo ce l'avesse con loro e come se l'unico obiettivo della loro vita fosse prendere quella cazzo di metropolitana, o lei o la morte piuttosto. Non ti rivolgono la parola, non ti guardano neanche in faccia, non un sorriso, un cenno di comprensione nulla... e se si avvicina la loro fermata e tu sei per sfiga davanti, pur di passare, sono capaci di salti pindarici sulla tua testa, da far invidia al migliore dei ninja, ed è inutile che tu ti affretta a precisare che si tratta anche della tua fermata, che stai per scendere, che ti sposterai, no loro devono passare, sembrano automi, nei loro occhi c'è solo l'uscita. Per non parlare di quelli che aspettano la metro, si mettono a mo di barriera, non ti fanno passare, non aspettano che tu scenda, li vedi muoversi come marionette sgattaiolando e facendo slalom tra gli uscenti pur di accaparrarsi un posto a sedere (rarissimo) o un posto al palo più vicino all'uscita successiva. Corrono, corrono, corrono, vanno di fretta, quei secondi sono preziosissimi, magari una volta arrivati sono in anticipo e devono pure aspettare, ma l'importante è non farlo in metropolitana. Forse io non lo so, o forse non mi è stato detto, magari in metro se aspetti troppo suona l'allarme e ti fanno la multa, mah...la sensazione è quella.
Eppure se le incontri per strada, lontane dal tunnel infernale, sono persone normalissime, ridono anche e sono anche abili alla conversazione, qualcuno addirittura toglie le cuffie dell'ipod. La metropolitana di Milano ti cambia, è capitato anche a me, persino di domenica, appena metti il piede oltre il tornello corri, avanzi svelto, nei tuoi occhi e nella tua mente ripercorri tutte le fermate che ti separano dalla tua meta e se per caso ci sono 4 minuti da aspettare sei capace di maledire tutti e di appellarti alla solita sfiga che ti perseguita...4 minuti, cioè solo 4 minuti ma ci rendiamo conto? cosa sono 4 minuti in una intera giornata? eppure ti sembrano i più sprecati della tua vita, fa niente se poi passi 9 ore in ufficio di cui 2 a cazzeggiare, ma in metro no, in metro ci devi stare il meno possibile!!! Qui te lo insegnano alle elementari, sìsì!   to be continued... la metro ne da di spunti ;)

lunedì 23 luglio 2012

LA SPONTANEITA' DELLO STARE INSIEME

Milano, luglio 2012, aperitivo di fine anno pre chiusura estiva!!! Proposta da parte di un collega per una determinata data, anzi addirittura di tre date!!!
Un giro di mail per decidere che neanche la Merkel con Sarkozy ai tempi di Berlusconi, quando si sono sentiti per spettegolare, invidiosi, del bunga bunga, allegando foto del cavaliere vestito da burlesque. Una cosa agghiacciante, conversazioni del tipo: io non posso ho il dentista, io non riesco a liberarmi prima delle 19.18, io quel giorno ho un altro impegno, io ho il pesce rosso con la congiuntivite e via a cambiare date su date, per poi arrivare dopo 20 mail, 15 vaffanculo (miei), 10 ripensamenti, 5 luoghi diversi per scegliere il bar più congeniale a tutti, a decidere per una precisa data, con un precisissimo orario, con già il numero del tavolo assegnato, abbigliamento deciso e previsioni meteo consultate.
Tutto ok, ognuna di noi si è affrettata a compilare la propria agenda con un bel cerchio rosso intorno alla data stabilita e con su scritto APERITIVO (ahahah non è vero, io no...in verità non ho neanche un'agenda), qualcuna lo ha scritto anche nella funziona agenda del proprio IPhone con anche la sveglia incorporata e puntata sulle 19.00, un'oretta prima, sia mai che se lo dimenticasse e un imprevisto scombusselerebbe troppo, non scherziamo!
Bene, anzi male, la data si avvicina e toh una delle sopracitate indaffarate e senza mai una serata libera, non è più disponibile, un impegno imprevisto.
Com'è? che è successo? ma dici davvero? Nooooooooooooo, è ripartito il toto dataaaaa!!! E ri-vai con io non posso quel giorno perchè avrò l'alluce valgo, io non posso in quella data perchè mi pruderà l'orecchio ecc. ecc. ecc.
Ragà, vi giuro, io ci provo ad accettarle/i ma a volte la mia pazienza è messa seriamente a dura prova! I nervi saltano! Ma quand'è che si toglieranno un pò sta scopa dal c... eddai!!!! Che ansia, possibile mai che una roba spontanea non si possa fare?
Metti caso una sera sono in difficoltà, o mi va di uscire, o di andare al cinema, devo avvisarle come minimo, una settimana prima? IO DICO NO! NON MI ABITUERO' MAI A QUESTO!!!

mercoledì 9 maggio 2012

L'OROLOGIO

E' da un pò che non scrivo, ho avuto un pò da fare, questa vita frenetica milanese mi assorbe, sto diventando una stressata, ansiosa, ligia al dovere, che pensa soprattutto al lavoro (in realtà lo sono sempre stata).
Scusate, cercherò di migliorare...
Oggi vi parlerò dell'orologio, sì quell'oggetto che scandisce il tempo, che divide la giornata in 24 ore, 1440 minuti, 86400 secondi e così via!
Fin da quando avevo 6 anni, età in cui ho imparato a leggere l'ora, ho sempre usato tale aggeggio per capire e sapere che ora fosse e regolarmi di conseguenza. Sono le 07.00, ok mi devo alzare, sono le 13.00, ok si mangia, sono le 16.00, ok ci sono i cartoni e via dicendo. Ovviamente con il passare del tempo i miei appunti mentali (tranne il momento del cartone) sono cambiati, tipo alle 18.00 ora, so che è ora di uscire dall'ufficio.
Da quando sono qui a Milano, ho scoperto uno strano e bizzarro, nonchè fuori di testa uso dell'orologio; qui le persone (non tutte grazie a dio) puntano l'orologio 5 minuti avanti, cioè se sono le 14.05, loro posizionano le lancette sulle 14.10. Quando la prima volta, una mia amica, alla mia richiesta di che ora fosse, ha risposto con le testuali parole: "sono le 15.15, ma in realtà sono le 15.10", la mia faccia è stata tra il ma che significa e ma cosa ha mangiato a pranzo???  Non riuscivo a capire il "ma in realtà" cioè, in che senso? Che l'orologio si è fermato 5 minuti fa e tu te ne sei accorta in tempo?, che stai guardando l'ora reale sul sito dell'ora reale e ti sei accorta di avere l'orologio avanti? che sei in un altro paese, che ha 5 minuti di fuso? perchè? che risposta è? Lei, pacificamente mi risponde: "no, sono io che lo metto 5 minuti avanti, così la mattina non sono in ritardo, cioè guardo l'ora e so che non è esatta perchè in realtà ho ancora 5 minuti". Qui, credo di aver fatto la faccia più sbalordita e incredula del mondo, peggio di quella che avrà fatto Belen quando rivedendosi nei filmati di Sanremo, si è accorta che lo spacco era troppo profondo e si vedeva la farfallina (beh che c'è, lei non lo sapeva ahhaah). Ma che significa? ma che ragionamento è? Ma cosa ti hanno fatto da piccola? I cinque minuti avanti li hai messi tu, lo sai già, non è una sorpresa, non puoi esserne felice la mattina, lo sai dalla sera prima che ti svegliarai con un orologio con l'ora sbagliata!!! Poi, ho scoperto che lo fanno in tanti, cioè il 70% della popolazione milanese che conosco, si prende per il culo da sola! Che ansia, che angoscia, che stress

venerdì 27 gennaio 2012

al semaforo

IL SEMAFORO:
verde: puoi passare!
giallo: o accelleri e ti sbrighi o ti fermi!
rosso: stop!

lo sanno tutti no? questa è teoria miei cari, mica roba difficile......è ovvio!!! Ma si sà che tra la teoria e la pratica ce ne passa....
Dove abitavo prima, la teoria era questa:
verde: vai spedito che la strada è tua!
giallo: vai spedito che la strada è tua!
rosso: vai spedito ma stai attento magari un coglione decide di buttarsi!
Una volta a Milano, mio malgrado, mi sono adattata anche perchè qui se passi con l'arancione (ma è giallo o arancione?) rischi seriamente la vita, o almeno le gambe tranciate....con il rosso non si passa punto e basta senza se e senza ma!!!
Tuttavia, cosa a cui non mi adeguerò MAI  e dico MAI è il verde....
Il verde, voi mi direte dovrebbe essere facile no? verde= via libera, tocca a te.... eh bella la vita ahahaha
se becchi una mattina storta e sfigata, di quelle nere proprio, e ti capita di essere la primissima macchina in coda al semaforo e di beccare il rosso e quindi aspettare il verde....quindi il poleposition....beh inizia con il segno della croce...poi mettiti con tutte le sinapsi sveglie e a disposizione...avrai bisogno dei 5 sensi belli attivi...
prima di tutto tieni sempre la marcia, la prima, inserita...non mettere in folle e non lasciare la seconda che poi sia mai la macchina non parte....poi fissa il semaforo, NON DISTOGLIERE LO SGUARDO MAI, fissalo anche se devi starnutire, anche se squilla il cell, anche se hai un prurito allucinante al braccio,FISSALO.... non togliere le mani dal volante e soprattutto il piede dal freno e frizione....ok? assicurati che tutto sia pronto...che la macchina abbia il giusto suono del motore acceso ma in tiro, che gli specchietti vedano bene (ma non distorgliere lo sguardo dal semaforo eh) e posizionati nel giusto modo e soprattutto assicurati di non avere motorini di fianco che magari rischi di falciare...ok bene...andiamo avanti!!!!
ok, quando scatta il verde, la tua unica preoccupazione, il tuo unico pensiero, l'unica cosa che deve passarti dalla mente è PARTIRE....liberare il campo, TOGLIERTI DAI COGLIONI IL PIU' IN FRETTA POSSIBILE......... devi essere una freccia scagliata nel vento....ma sta sicuro che il rompicoglioni di turno, l'ansioso, l'ipocondriaco, il paranoico che ti strombazza perchè devi sbrigarti te lo becchi...non ce n'è...io cmq il dito lo faccio sempre

SE GLI IMBECILLI POTESSERO VOLARE... AVREMMO RISOLTO IL PROBLEMA DEL TRAFFICO ;)

IL TERREMOTO

uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare la mia dipartita da Napoli a Milano è stato proprio che quest'ultima non è una zona sismica... L'altra mattina alle 09.23 circa, mi trovavo seduta alla mia scrivania a chiacchierare con la mia collega del più e del meno, quando all'improvviso ho sentito la mia sedia tremare, i vetri sbattere, il pavimento muoversi...in quella frazione di secondo ho pensato nell'ordine: alla metro che aveva cambiato linea ed era passata sotto al mio ufficio, ad un camion della spazzatura che aveva centrato in pieno il palazzo, infine ad una bomba...mai e poi mai al TERREMOTO!!! Cioè il terremoto? a Milano? Lombardia? nooooo questo cara Milano non me lo dovevi fare, io ho il terrore del terremoto,. Quando ho lasciato la mia amata terra natia, in autostrada guardando il territorio circostante che pian piano scompariva alle mie spalle, ho pensato a tante cose belle ma anche: ah almeno dove sto andando non c'è questo potenziale pericolo... che ti colpisce quando meno te l'aspetti e ti toglie il fiato...fiuuu meno male lì non c'è il terremoto!!!  invece sì, l'altra mattina c'è stato, mi sono sentita tradita, va bene tutto ma se devo morire per un cataclisma naturale preferisco mille volte il mio amato e temuto Vesuvio...tsè, almeno mi è familiare...